Produzione indipendente 1997
Scritto e diretto
Alberta Toninato
Con
Giovanna Boscarino, Vanni Carpenedo, Angelo Calleri, Michela Longhin, Alberta Toninato
Musiche
Alvise Vianello
Progetto luci
Federica Preto
Foto di scena
Cesare Fabbri
Note di regia
Settimina sceglie di restare in un luogo dove la vita non c’è più, per raccontare i suoi ricordi, piccole storie destinate altrimenti ad essere dimenticate, cancellate, così come dei paesi talvolta non restano nemmeno le pietre. Sceglie di restare per rendere omaggio alla vita che c’era, la vita della sua gente.
Davanti alla protagonista si susseguono frammenti di storie e personaggi, ognuno dei quali porta il proprio bisogno di altrove, di partire. Di migrare all’estero, di uscire dalla miseria, di cambiare condizione, di nutrire almeno la speranza di stare meglio.
Settimina saluta il suo fidanzato che parte per l’America, saluta chi parte per la città, chi parte per salvare il proprio bambino dalla religione bigotta delle campagne, chi si unisce a un improbabile vagabondo circense. Settimina saluta chi muore.
Settimina segue un richiamo più forte dell’amore stesso, una voce che scorre nel sangue e la lega alla terra.
Attraverso il rituale del ricordo, convivono sulla scena presente e passato per offrire allo spettatore suggestioni e pezzi di storia in cui ritrovarsi.
Alberta Toninato
La voce di chi resta vince nel 1998 il “Q11 – Concorso per la sperimentazione teatrale”, con questa motivazione:
“Lo spettacolo appare come il risultato pienamente riuscito di un lavoro che ha dato soluzioni inedite e armonicamente combinate: dalle voci, ai suoni, ai gesti, alla parola evocatrice di un dialetto reinventato, all’uso del canto popolare, alle realizzazioni sceniche.
La voce di chi resta, utilizzando reperti di una memoria collettiva, narra una pagina di storia attraverso la memoria della protagonista che rimane nello spettatore come una figura epica”.
Nello stesso anno lo spettacolo vince il “Premio Amici delle Arti di Mestre”.