Alla base del metodo con cui conduciamo i nostri corsi di teatro c’è il lavoro fisico, il cosiddetto “training”, attraverso cui gli allievi imparano prima a conoscere la postura neutra e l’importanza della propria presenza, per poi costruire caratterizzazioni e personaggi e, infine, a ricreare stati emotivi e intensità.
Il lavoro lascia poi spazio all’improvvisazione vocale e alla sperimentazione dei vari registri sonori del corpo con cui arriviamo finalmente ad affrontare il testo.
Nell’ottica di offrire a ciascun allievo la possibilità di lavorare da solista ma anche come componente di un gruppo, lavoriamo su due livelli: lo sdoppiamento dei personaggi principali oppure l’interpretazione di più ruoli da parte dello stesso attore. La frammentazione dei personaggi è una scelta stilistica e metodologica che cerchiamo di far aderire di volta in volta al senso dei contenuti e allo sviluppo armonioso dell’opera, senza andare a scapito della continuità drammaturgica.
La messa in scena finale è il risultato di un percorso in cui ogni allievo è autore del proprio personaggio e delle proprie scene. Ci piace, infatti, pensare a una co-partecipazione nella costruzione dello spettacolo, perché le proposte di ciascuno ne diventano le fondamente stesse.
Il confronto con lo spettatore è fondamentale al termine di un periodo di studio teatrale. Rappresenta un momento di approdo, di festa, di rito: una necessaria condivisione con il pubblico, grazie alla quale il teatro è un fatto vivo nel qui e ora.