da Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni
Produzione Kairós 2007
in co-produzione con Vortice – Teatro Fondamenta Nuove
con il sostegno di Comune di Venezia – Assessorato alla Cultura
Regia
Alberta Toninato
Personaggi e interpreti
Arlecchino Vanni Carpenedo
Pantalone Stefano Rota
Clarice Lucia Schierano
Dottore Paola Brolati
Silvio Luigi Ballarin
Beatrice Linda Bobbo
Florindo Beppe Casales
Brighella Christian Renzicchi
Colombina Betty Andriolo
Aiuto regia
Sara Paolini
Elementi scenografici e Costumi
Camilla Toso
Foto di scena
Giovanni Tomassetti e Gianni Contessotto
Note di regia
Il servitore di due padroni è un testo a cui avvicinarsi in due modi: con timore reverenziale e con una, necessaria, buona dose di incoscienza.
A mantenere l’equilibrio tra queste due componenti devono esserci il rispetto, la curiosità e la voglia di perdersi nel labirinto di equivoci, travestimenti, sdoppiamenti e simmetrie che fanno di questo testo un capolavoro del divertimento. E’ quasi inevitabile confrontarsi con il mito dell’Arlecchino di Strehler, che per noi è diventato un punto di riferimento complementare al testo goldoniano.
Il gioco meta-teatrale che caratterizza e rende geniale la messa in scena del regista milanese è stato reinterpretato in termini attuali: gli attori che danno vita allo spettacolo non sono un gruppo di “comici” con tanto di suggeritore e capocomico, ma fanno parte di una compagnia che porta sulla scena i problemi e le dinamiche di chi fa teatro ai nostri giorni. Gli attori impegnati in questa produzione vengono da esperienze diverse, tra teatro in lingua veneta e teatro di ricerca, tra teatro di parola e teatro fisico.
E proprio questa dicotomia, che, nella sua rigidità, caratterizza il teatro nella nostra regione, fa nascere il desiderio di rompere gli schemi, di coniugare tradizione e innovazione, lavoro sul testo e improvvisazione, studio del movimento secondo la lezione della Commedia dell’Arte e del teatro fisico. Il codice del teatro nel teatro ci permette di lavorare su un doppio livello, di conciliare la stilizzazione delle maschere e il nostro bisogno di andare in profondità, di cercare il modo per essere credibili, veri e intensi sulla scena.
Questa messa in scena de Il servitore di due padroni mette in risalto il contrasto tra la difficoltà e l’incertezza della vita degli attori e la leggerezza, la perfezione del gioco scenico inventato da Goldoni; si interroga sul senso che può avere per una compagnia, nel 2007, studiare e confrontarsi con un capolavoro del passato, nella certezza che sia impossibile presentarsi al pubblico se non si lavora, con onestà, sempre a partire da se stessi.
Alberta Toninato
“Uno spettacolo divertente e insolito […] “Il servitore in prova” di Alberta Toninato non è certo quel che si dice un classico spettacolo di Commedia dell’Arte quanto piuttosto un interessante esperimento di decostruzione dello spirito, ma non del testo, goldoniano, in un mélange di tradizione e contemporaneo”.
Camilla Gaiaschi, La Nuova Venezia, febbraio 2007
“Quali margini di reinvenzione concedono, oggi, e in concreto, i testi goldoniani? E la risposta non può che essere una: illimitati, come conferma del resto quest’ottimo “Il servitore in prova” per la regia di Alberta Toninato. […] quando il metateatro a un tratto diventa radiografia del gioco scenico, in una moviola rallentata di corpi attorno al capriolare stralunato di Arlecchino sulle note del Magnificat di Bach, il quadro scava nel ritmo indiavolato della commedia un fotogramma memorabile”.
Roberto Ranieri, in Periscopio, rivista on-line del Servizio Eventi del Comune di Venezia, febbraio 2007
“Un plauso, allora, alla regista Alberta Toninato e alla compagnia di danza e teatro Kairòs, che con “Il Servitore in prova”, hanno messo in scena un testo già divertente, amplificandone le potenzialità comiche: con il risultato che, seduti sulla sedia, si ride, si ride, si ride a bocca aperta”.
Marianna Sassano, in Goldoni.300 – sito della Regione Veneto, luglio 2007
“tutto è all’insegna metateatrale dell’originalità, un continuo ammiccante carosello di trovate dove a trionfare è la fisicità di ogni interprete”
Piero Zanotto, Il Gazzettino, luglio 2007
“Il servitore in prova è coraggioso, bella prova d’attori e di regia. […] la regia di Alberta Toninato è rigorosa ancor più del consueto. Fra gli interpreti una spanna su tutti Stefano Rota e Vanni Carpenedo”
Giuseppe Barbanti, La Nuova Venezia, febbraio 2008